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Le 10 cose imperdibili da vedere assolutamente in Sardegna

Dieci cose e luoghi inediti da non perdere

Sardegna, l’isola che in estate diventa il luogo più esclusivo del pianeta grazie al jet set internazionale che qui si gode spiagge con sabbia finissima, acque cristalline e fondali trasparenti. Ma messe da parte per un attimo i meravigliosi angoli della Costa Smeralda, quali sono le 10 cose inedite da vedere assolutamente? Ecco a voi l’elenco.

  • Le perle del Golfo di Orosei

Se pensate che il paradiso sulla Terra non esista, vi sbagliate. L’eden è nel Golfo di Orosei, dove si trovano tre calette mozzafiato: Cala Sisine, Cala Goloritzè e Cala Mariolu. Come poterle descrivere? Impossibile a parole. Ma ci proveremo… Tutte accomunate per essere tre cale sovrastate da alti scogli a strapiombo sul mare,  incorniciate dalla profumatissima macchia mediterranea e caratterizzate da specchi di acqua turchese che cambiano colore durante la giornata. Cala Goloritzè è, in particolare, la spiaggia più bella del Mediterraneo, inserita tra quelle più belle del mondo e caratterizzata da un arco di roccia che si protende sul mare e una guglia di 143 metri che la sovrasta. Insomma, un sogno ad occhi aperti.

  • Barumini

Il sito archeologico più importante della Sardegna è senza dubbio Su Nuraxi di Barumini, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1997.
Al suo interno si trovano i migliori esemplari di nuraghi, le celebri strutture fortificate eredità delle popolazioni nuragiche. Il complesso si estende in Marmilla, nella Sardegna centro meridionale e racconta la storia della civiltà millenaria che ha abitato il territorio tra l’Età del Bronzo e il III sec. d.C. Su Nuraxi, con i suoi 18 metri, circondato da un recinto composto da quattro torri laterali unite da mura, incanta i visitatori. Attraversando i resti del villaggio, sarà emozionante ricostruire gli usi e i costumi di un popolo antichissimo.

  • La casa di Grazia Deledda

La prima donna italiana a ricevere il premio Nobel è stata una donna sarda, di Nuoro precisamente: Grazia Deledda (1871-1936). L’“Atene sarda”, come Nuoro viene comunemente chiamata, in onore dei tanti letterati e artisti a cui ha dato i natali, è stata la città a cui la Deledda ha dedicato le sue opere più belle. “Canne al vento”, “La madre”, “Le vie del male”, “Cenere” e “Elias Portulu” l’hanno condotta in breve tempo nell’Olimpo deI grandi della letteratura mondiale. Nel quartiere del centro storico, denominato Santu Predu, è possibile visitare la casa museo che ancora oggi custodisce documenti, libri, filmati e vetrine con oggetti personali che raccontano le tappe più significative della vita dell’icona letteraria orgoglio della Sardegna.

  • Tavolara

Avete mai sognato di visitare il regno più piccolo del mondo? Questo luogo si chiama Tavolara ed è un’isola calcarea di sei chilometri che emerge dal mare e si trova a pochi chilometri da Olbia. Sul finire del Settecento Giuseppe Bertoloni, di origine genovese, si trasferì con la famiglia su quest’isola, finché nel 1836 il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia lo incoronò re di Tavolara. L’isola, oggi, è una meta turistica molto gettonata, nonostante questo ha mantenuto il suo carattere selvaggio, come se custodisse la vera essenza della Sardegna. Al suo interno ci sono ristoranti e un bar (tutti vista mare), oltre il caratteristico piccolo cimitero con le tombe della famiglia Bartoloni che ancora oggi gestiscono tutte le attività dell’isola. Un luogo magico che, una volta visitato, porterete per sempre nel cuore.

  • Parco Nazionale dell’Asinara

Il regno degli asini albini si trova all’Asinara, in questa piccola isola situata a nord-ovest della Sardegna e diventata negli ultimi anni famosa per la presenza di uno dei carceri di massima sicurezza per i crimini di mafia. Oggi è una meta imperdibile per tutti coloro che amano la natura, infatti, qui è possibile trovare oltre a calette con sabbia bianca e finissima e acque cristalline, anche una vegetazione rigogliosa che custodisce specie molto rare. Cala d’Arena è sicuramente la spiaggia più bella dell’isola, collocata nella parte settentrionale. Durante l’inverno è divisa da un ruscello e ospita alle sue spalle una torre del Sedicesimo secolo.

  • Piscinas

La Sardegna è un piccolo continente, ma perché? La risposta è semplice per chi la conosce bene. Qui, infatti, è possibile trovare una straordinaria varietà di
paesaggi che ospitano specie arboree e animali autoctone. Sorprenderà molti sapere che in Sardegna esiste il deserto naturale più grande d’Europa. Si trova a Piscinas, la parte sud occidentale dell’isola e, in particolare, in un’area chiamata Costa Verde, poco sotto Oristano. Qui il deserto si estende fino a cinque chilometri quadrati di lunghezza, con dune che arrivano fino a cento metri di altezza. Questa distesa di sabbia degrada fino al mare e, il risultato, è una delle spiagge più belle della Sardegna, soprattutto al tramonto, momento in cui vale la pena restare per godere della bellezza mozzafiato del panorama.

  • Il pozzo di Santa Cristina

Il luogo più sacro dell’isola: questo è il pozzo di  Santa Cristina, situato nel territorio di Paulilatino, in provincia di Oristano. A renderlo magico è la presenza di un tempio a pozzo  con recinto e capanne annesse, risalente al periodo nuragico. Secondo gli studi più accreditati si tratterebbe di una struttura creata per il culto delle acque, secondo altre teorie di un osservatorio astronomico. A supporto di questa tesi c’è un fenomeno che, in un particolare momento dell’anno, vede la Luna riflettersi sul fondo del pozzo, illuminandolo; ciò avviene quando si trova allo zenit della località. Nel pozzo di Santa Cristina però la Luna non si colloca perfettamente nella verticale dello zenit, ma illumina comunque l’acqua sottostante, creando un riflesso. Questo a testimonianza che i nuragici studiavano il cielo e non erano poi così “primitivi”.

  • I Mamuthones

Appuntamento a Nuoro a fine agosto con la Sfilata delle Maschere, organizzata in occasione della tradizionale Sagra del Redentore, evento festeggiato da oltre un secolo. Solo qui, infatti, potete ammirare tutte insieme le più belle maschere di Carnevale dell’isola. A farla da padrona però sono i Mamuthones, le maschere di Mamoiada (Nuoro), che sfilano accanto agli Issohadores. I Mamuthones si presentano con maschere di legno di pero intagliate, pelli di pecore e, sulle spalle, circa 30 kg di campanacci. Si muovono in un corteo ordinato, con un passo cadenzato utile a scuotere i campanacci, come una danza o «una processione danzata» come l’ha definita un noto etnologo. L’origine di queste maschere si perde nella notte dei tempi. Fra le ipotesi d’interpretazione ci sono quelle che parlano di un rito totemico di assoggettamento del bue, una processione rituale fatta dai nuragici per propiziare buoni raccolti o un rito dionisiaco. Comunque la si pensi, vederli esibire è uno degli spettacoli più suggestivi ed emozionanti mai visti, che ci riporta indietro di secoli quando uomo e natura erano una cosa sola.

  • San Pietro e Carloforte

Un’isola nell’isola, questa è San Pietro, terra che raccoglie gran parte degli abitanti a Carloforte, unico centro abitato. Un lembo di terra nella parte  sud-occidentale della Sardegna, ancora poco esplorata, ma capace di sorprendere per la bellezza delle scogliere e per il mare si cui si affaccia, spesso colpito da forti raffiche di vento di Maestrale che lo restituiscono in tutta la sua impetuosità. Il paese di Carloforte è a tutti gli effetti un enclave genovese e, il dialetto locale, lo testimonia, ma non solo, anche l’architettura ricorda quella della costiera ligure, con i suoi eleganti palazzetti affacciati sul lungomare. Questa caratteristica gli è valsa la presenza alla classifica di uno dei borghi più belli d’Italia. Non resta che visitarlo e vedere così un altro volto della Sardegna.

  • Capo Spartivento

Per finire, coloro che volessero farsi davvero un bel regalo, non possono non visitare Capo Spartivento, nella punta più a sud dell’isola. Un luogo magico, dove si trova ancora intatto il faro più antico della Sardegna, costruito nel 1850, e raggiungibile dalla spiaggia di Baia Chia, tramite una strada sterrata lunga quattro chilometri. Oggi il faro è un resort di lusso per pochi e coccolatissimi ospiti che vogliono staccare dal caos metropolitano. Da qui, infatti, è possibile godersi il “silenzio” della natura, con il rumore delle onde che si infrange sugli scogli e i profumi della macchia mediterranea trasportati dal vento di Maestrale. E la notte, lo sguardo si perde davanti all’immenso cielo stellato, un’emozione unica, da vivere almeno una volta nella vita. Pensateci!

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